I caroselli che ci facevano paura.
I caroselli che ci facevano paura.
Tutti abbiamo un tenerissimo ricordo di Carosello, fedele amico della nostra infanzia e dei nostri anni migliori, ma è anche vero che alcuni degli spettacolini proposti al suo interno sono stati capaci di angosciarci al punto di renderci assai problematico il sonno. In altre e più brevi parole, esistono dei Caroselli che ci hanno fatto paura! Vogliamo provare a parlarne spiegandone il perché? Incomincio io, citando la serie delle calze Si-Si "Una storia che viene da un altro mondo" dedicata agli Uomini di Cristallo, dicembre 1969. Questa serie riprende il tema già svolto l'anno precedente, con l'invasione della Terra da parte di un popolo di affascinanti donne spaziali pronte a dichiarare guerra ai maschi, troppo assorti nel loro lavoro e indifferenti (pare incredibile!) al sex-appeal femminile. Mentre la serie del 1968 proponeva un'accattivante passaggio dall'immagine filmata al disegno, secondo un gusto psichedelico in linea con la moda del tempo, la successiva del 1969 mostra invece la trasformazione dei maschi anaffettivi in statue di cristallo, con un effetto che per un bambino dell'epoca poteva costituire un non indifferente spavento. Solo le calze Si-Si, l'arma infallibile, saranno capaci di riportare gli uomini di cristallo al loro stato naturale...Altro carosello che mi comportò sonni difficili fu la serie "Oltre lo spazio, oltre il tempo" della Michelin, anno 1972 e seguenti, coi trucchi di Carlo Rambaldi. Un astronauta viaggia da solo nell'immensità cosmica e nel corso del suo viaggio incontrerà un pianeta simile al volto di una donna e una bambina tutta raggomitolata in una stanza chiusa. Colonna sonora, l'Andante del Concerto K467 di Mozart in versione moderna. Direte che sono stordito, ma quel carosello mi metteva addosso una paura da morire! E voi che cosa potete raccontare su questo soggetto così particolare, cari amici telestorici? Sono curioso, molto curioso di leggere i vostri posts...
Senza musica la vita sarebbe un errore (F. Nietzsche)
Mi hanno sempre detto che da molto piccolo (meta' anni 70 o poco più) ero terrorizzato dalla pubblicità del Vim Liquido (credo fosse gia' uno spot pero', piuttosto che carosello) e che al momento della scena finale, quando un pugno borchiato si abbatteva violentemente sul pavimento, scappavo terrorizzato...
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Re: I caroselli che ci facevano paura.
Per fare ordine: il pugno borchiato era nello spot dell'amaro Petrus Boonekamp, il pugno nudo contro il pavimento ("Senza pietà contro lo sporco più sporco") era nello spot del Vim Liquido.
Re: I caroselli che ci facevano paura.
Certo, caro Paolo. Più precisamente ancora, il pugno del Petrus Boonekamp era quello dentro una corazza, mentre quello con bracciale di cuoio nero borchiato era quello di VIM Clorex, il detersivo per superfici dure che garantiva al lavandino di casa una tale pulizia che ci si sarebbe potuto mangiare dentro...E per questo, a fine inserto pubblicitario, veniva mostrato il lavandino con tanto di tovagliolo, forchetta e coltello! Sfondo una porta aperta, ma questa è l'occasione per ricordare che la musica del carosello Petrus Boonekamp, "l'amarissimo che fa benissimo" ovvero "l'amaro dell'uomo forte", era l'ouverture "Coriolano" di Beethoven, dalle virili ed inquietanti sonorità.
Senza musica la vita sarebbe un errore (F. Nietzsche)
Re: I caroselli che ci facevano paura.
Dunque... del pugno borchiato nel Vim Liquido ne sono sicuro al 100%... l'immagine e' stata poi anche fino a diversi anni fa sull'etichetta della confezione.Telemann ha scritto:Certo, caro Paolo. Più precisamente ancora, il pugno del Petrus Boonekamp era quello dentro una corazza, mentre quello con bracciale di cuoio nero borchiato era quello di VIM Clorex, il detersivo per superfici dure che garantiva al lavandino di casa una tale pulizia che ci si sarebbe potuto mangiare dentro...E per questo, a fine inserto pubblicitario, veniva mostrato il lavandino con tanto di tovagliolo, forchetta e coltello! Sfondo una porta aperta, ma questa è l'occasione per ricordare che la musica del carosello Petrus Boonekamp, "l'amarissimo che fa benissimo" ovvero "l'amaro dell'uomo forte", era l'ouverture "Coriolano" di Beethoven, dalle virili ed inquietanti sonorità.
Il Petrus aveva un pugno similare come e' stato ben spiegato sopra.
Del Vim Clorex (che era la versione in polvere) ricordo distintamente lo spot dell'assurdo "lavandino mangiabile" gia' citato... non mi pare pero' ci fosse il pugno borchiato anche li'.. forse mi sbaglio...
di quest'ultimo prodotto mi colpiva molto anche la confezione perfettamente cilindrica (in pratica simile a due lattine di bibita una sopra l'altra come dimensioni) che aveva sulla sommita dei fori tipo una saliera, disposti in una forma esgonale o similare (erano pero' forelloni piuttosto che forellini)
<--
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Re: I caroselli che ci facevano paura.
Mio fratello quando era piccino era terrorizzato della Linea della Lagostina.
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Re: I caroselli che ci facevano paura.
Indefessamente il vostro RAIologo di fiducia.
Credi almeno nella musica. (Gesualdo Bufalino)
Re: I caroselli che ci facevano paura.
C'erano anche degli spot che incutevano timore anche per la musica rumorosa... io non sopportavo lo spot cinematografico della Norditalia Assicurazione faceva un casino allucinogeno la musica.... come mi dava fastidio anche la sigla della S.E.D.I. Cinegiornale... e i loghi di diverse case cinematografiche in primis Italnoleggio cinematografico e la vecchia sigla della I.I.F., e poi la casa che distribuiva i film di Ingmar Bergman la INDIEF Nembo, nonchè la stonatissima campana della Dear..
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Re: I caroselli che ci facevano paura.
Effettivamente la sigla della S.E.D.I., da scrivere rigorosamente coi puntini, con quelle sonorità spaziali che si sovrapponevano al simbolo dell'atomo, era davvero inquietante...Sulla campana della Dear, credevo di essere l'unico ad averne paura, ma vedo che non era così! Era stonatissima, rumorosa...e faceva prendere una strizza non indifferente! Non ho timore di dire che per anni, prima di incominciare a studiare inglese (1975), fui convinto che la parola "dear" volesse dire "campana". Altrimenti, che senso avrebbe avuto quel simbolo e quel suono?
P.S. Per Coccy: sarò felice di conoscerti e stringerti la mano al matrimonio di Sarabanda 10 anni dopo!
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coccy1961 ha scritto:C'erano anche degli spot che incutevano timore anche per la musica rumorosa... io non sopportavo lo spot cinematografico della Norditalia Assicurazione faceva un casino allucinogeno la musica.... come mi dava fastidio anche la sigla della S.E.D.I. Cinegiornale... e i loghi di diverse case cinematografiche in primis Italnoleggio cinematografico e la vecchia sigla della I.I.F., e poi la casa che distribuiva i film di Ingmar Bergman la INDIEF Nembo, nonchè la stonatissima campana della Dear..
Senza musica la vita sarebbe un errore (F. Nietzsche)
Re: I caroselli che ci facevano paura.
Su SKY ho registrato Il Generale della Rovere di Vittorio De Sica un capolavoro... dove c'è il logo originale della Dear si vedono le campane Dear è un acronimo di una società di produzione voleva dire in origine De Sica Amato Rossellini(De.A.R.) da loro fondata.. in seguito diventerà la distributrice della United artists(James Bond per intenderci..)Telemann ha scritto:Effettivamente la sigla della S.E.D.I., da scrivere rigorosamente coi puntini, con quelle sonorità spaziali che si sovrapponevano al simbolo dell'atomo, era davvero inquietante...Sulla campana della Dear, credevo di essere l'unico ad averne paura, ma vedo che non era così! Era stonatissima, rumorosa...e faceva prendere una strizza non indifferente! Non ho timore di dire che per anni, prima di incominciare a studiare inglese (1975), fui convinto che la parola "dear" volesse dire "campana". Altrimenti, che senso avrebbe avuto quel simbolo e quel suono?
P.S. Per Coccy: sarò felice di conoscerti e stringerti la mano al matrimonio di Sarabanda 10 anni dopo!coccy1961 ha scritto:C'erano anche degli spot che incutevano timore anche per la musica rumorosa... io non sopportavo lo spot cinematografico della Norditalia Assicurazione faceva un casino allucinogeno la musica.... come mi dava fastidio anche la sigla della S.E.D.I. Cinegiornale... e i loghi di diverse case cinematografiche in primis Italnoleggio cinematografico e la vecchia sigla della I.I.F., e poi la casa che distribuiva i film di Ingmar Bergman la INDIEF Nembo, nonchè la stonatissima campana della Dear..
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Re: I caroselli che ci facevano paura.
Anche i film della 20th Century Fox furono per un certo periodo distribuiti in Italia dalla Dear. La cosa curiosa è che, nelle edizioni oggi in circolazione di tutti i film stranieri a marchio Dear, di quella campana stonata non c'è più traccia, essendo unica per tutto il mondo la traccia video (che è quella americana).coccy1961 ha scritto:Su SKY ho registrato Il Generale della Rovere di Vittorio De Sica un capolavoro... dove c'è il logo originale della Dear si vedono le campane Dear è un acronimo di una società di produzione voleva dire in origine De Sica Amato Rossellini(De.A.R.) da loro fondata.. in seguito diventerà la distributrice della United artists(James Bond per intenderci..)
La trasmissione sarà ripresa il più presto possibile / Riprendiamo la trasmissione pregandovi di volerci scusare per l'interruzione.
Re: I caroselli che ci facevano paura.
p.s. piacere tutto mio anche io non vedo l'oraTelemann ha scritto:Effettivamente la sigla della S.E.D.I., da scrivere rigorosamente coi puntini, con quelle sonorità spaziali che si sovrapponevano al simbolo dell'atomo, era davvero inquietante...Sulla campana della Dear, credevo di essere l'unico ad averne paura, ma vedo che non era così! Era stonatissima, rumorosa...e faceva prendere una strizza non indifferente! Non ho timore di dire che per anni, prima di incominciare a studiare inglese (1975), fui convinto che la parola "dear" volesse dire "campana". Altrimenti, che senso avrebbe avuto quel simbolo e quel suono?
P.S. Per Coccy: sarò felice di conoscerti e stringerti la mano al matrimonio di Sarabanda 10 anni dopo!coccy1961 ha scritto:C'erano anche degli spot che incutevano timore anche per la musica rumorosa... io non sopportavo lo spot cinematografico della Norditalia Assicurazione faceva un casino allucinogeno la musica.... come mi dava fastidio anche la sigla della S.E.D.I. Cinegiornale... e i loghi di diverse case cinematografiche in primis Italnoleggio cinematografico e la vecchia sigla della I.I.F., e poi la casa che distribuiva i film di Ingmar Bergman la INDIEF Nembo, nonchè la stonatissima campana della Dear..
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Re: I caroselli che ci facevano paura.
coccy1961 ha scritto:p.s. piacere tutto mio anche io non vedo l'oraTelemann ha scritto:Effettivamente la sigla della S.E.D.I., da scrivere rigorosamente coi puntini, con quelle sonorità spaziali che si sovrapponevano al simbolo dell'atomo, era davvero inquietante...Sulla campana della Dear, credevo di essere l'unico ad averne paura, ma vedo che non era così! Era stonatissima, rumorosa...e faceva prendere una strizza non indifferente! Non ho timore di dire che per anni, prima di incominciare a studiare inglese (1975), fui convinto che la parola "dear" volesse dire "campana". Altrimenti, che senso avrebbe avuto quel simbolo e quel suono?
P.S. Per Coccy: sarò felice di conoscerti e stringerti la mano al matrimonio di Sarabanda 10 anni dopo!coccy1961 ha scritto:C'erano anche degli spot che incutevano timore anche per la musica rumorosa... io non sopportavo lo spot cinematografico della Norditalia Assicurazione faceva un casino allucinogeno la musica.... come mi dava fastidio anche la sigla della S.E.D.I. Cinegiornale... e i loghi di diverse case cinematografiche in primis Italnoleggio cinematografico e la vecchia sigla della I.I.F., e poi la casa che distribuiva i film di Ingmar Bergman la INDIEF Nembo, nonchè la stonatissima campana della Dear..
ps. un'altro logo che terrorizzava e a tutt'oggi rompe è quello della Titanus...
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