Il nudo in TV

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Telemann
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Il nudo in TV

Messaggio da Telemann »

Argomento difficile, ma degno di essere trattato in questa sede è l'avvento del nudo in TV e il modo di trattarlo nel corso degli anni. Possiamo affermare senza alcun dubbio che prima della riforma RAI del 1976 il nudo televisivo era un concetto del tutto sconosciuto. Persino alla radio, canzoni come "Je t'aime moi non plus" interpretata da Serge Gainsbourg e Jane Birkin non venivano trasmesse, ma solo annunciate a fine Hit Parade nel consueto elenco delle canzoni in testa alla classifica di vendita. Nel tardo autunno 1976, il servizio di "Odeon - Tutto quanto fa spettacolo" propone delle invero castissime nudità delle spogliarelliste del Crazy Horse. Un autentico terremoto per chi allora era adolescente, una spallata ad un edificio di ipocrisie e falsi pudori che ormai stava per crollare. In realtà, le prime avvisaglie del nudo in TV erano già arrivate alle TV locali, in particolare su Tele Alto Milanese col programma "Aria di mezzanotte" che, andando in onda nottetempo, proponeva col favore dell'orario degli spogliarelli integrali eseguiti da varie professioniste del genere, tra cui l'americana Daddy Saint-Louis. Condutore d'eccezione Enzo Tortora, "transfuga" dalla RAI e prossimo al ritorno nell'azienda di Stato.
Dal 1977, rotto il ghiaccio, le nudità femminili incominciano a diventare sempre più numerose, almeno sulla più disinibita Rete 2: dai seni di Marina Marfoglia ne "Il soldato di tutte le guerre" al contestato per la sua audacia ma perfettissimo fondoschiena di Nadia Cassini nella sigla di chiusura di "Quantunque io" con Montesano, fino alle sexy-diavolesse di "Stryx", il nudo in TV diventa uno dei simboli più tangibili della riforma RAI e in definitiva dell'evoluzione dei costumi dopo il referendum sul divorzio della primavera 1974. Le TV locali, nei limiti del possibile, rispondono con gli spogliarelli delle casalinghe (es. su Tele Torino International "Spogliamoci insieme" condotta da Pino Maffi) o con programmi pruriginosi sul naturismo, che mostrano nudità integrali travestendole, se così si può dire, di un certo perbenismo vagamente ipocrita: vedasi "Meglio nudi che mal accompagnati" con l'attore torinese Eligio Irato, la sua bella moglie Laura e lo scomparso Tom Operti, all'epoca (estate 1977) presidente della federazione nudista piemontese nonché del circolo naturista di Le Chiuse (TO).
Nel 1982, la pudibonda Rete 1 ci mostra il primo nudo integrale maschile: Sergio Fantoni in "Delitto di Stato" di Maria Bellonci, che appare in costume adamitico per inseguire un sicario mandato per ucciderlo durante un amplesso con la bellissima consorte Eleonora Brigliadori. Nulla di sconcio, anzi: con questo episodio capiamo una volta per tutte che il nudo, se dotato di un senso narrativo o di una sua bellezza non volgare, può essere tranquillamente irradiato in una trasmissione televisiva senza timore di disturbare la serenità di chicchessia. Dalle calze nere delle Kessler in "Giardino d'inverno" a Fantoni come mamma l'ha fatto si è percorsa molta strada, ma è anche vero che oggi si sta esagerando nell'estremo opposto: per richiamare l'attenzione ad uno spot pubblicitario o per destare l'interesse in un programma altrimenti fiacco, il nudo viene inflazionato svuotandolo di ogni sua attrattiva, di ogni sua bellezza, di ogni suo senso erotico ed artistico. Non vi pare allora che sia meglio ricordare i bei tempi in cui, negli anni '70, il nudo in TV costituiva un'autentica rivoluzione culturale e dei costumi? Via con la discussione, cari amici: sull'argomento non vogliamo che la nuda verità!
Senza musica la vita sarebbe un errore (F. Nietzsche)
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siglomane
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Messaggio da siglomane »

Topic stupendo, introdotto magnificamente da Telemann.
Mi permetto di aggiungere l'importanza della figura di Cicciolina alias Ilona Staller, che dopo aver imperversato al cinema e a Radio Luna (radio privata romana) conquistò le platee televisive e... parlamentari.
Cicciolina non fu solo la prima pornodiva, ma anche un personaggio chiave dell'immaginario erotico collettivo per il suo modo ostentato di essere ingenua, infantile, e di apparire sempre come una “fatina buona del sesso”. In tv rimangono memorabili il faccia a faccia tra Ilona e l'incorruttibile giudice Salmieri nel talk-show di Maurizio Costanzo "Acquario" (1978)", così come la partecipazione della Staller al varietà di Enzo Trapani "C'era due volte" (registrato nel 1979 e trasmesso un anno dopo). Nei primi anni Ottanta si ricordano alcune audaci esibizioni su Canale 5 (memorabile quella a Pop Corn nel 1981, dove canta "Ska... Skatenati", e soprattutto quella a "Superflash" (1983) con il brano "Baby Love".
Altrettanto memorabili i numerosi clip dei suoi spettacoli, diffusi negli anni '80 su numerose tv locali - io li ricordo sulla lombarda Studio TV 1 -, oltre a una serie di canzoni di eccellente qualità artistica, molte delle quali inedite (una di queste, "Buone vacanze" (1980), dovrebbe anche essere stata sigla di "Sereno Variabile").
Fra' Siglomane, il missionario delle sigle tv
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