Italia 1 da Rusconi a Berlusconi(1983)

Per discutere di programmi e serie tv
manuele
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Re: Italia 1 da Rusconi a Berlusconi(1983)

Messaggio da manuele »

La pagina facebook di Scelta Tv è sempre più preziosa:

Secondo un articolo postato da un loro grande ricercatore televisivo, fu la società Rete 10 ad acquistare Italia 1 e non direttamente Berlusconi.

La stessa Rete 10 si distaccò da "Publikompass" in quanto non ritennero corretto che una concessionaria, corresponsabile della fornitura dei programmi della vecchia gestione Rusconi, vendesse il suo catalogo ad un circuito concorrente.

La concessione passò,come sappiamo a Publitalia che oltretutto prendeva il 28% di commissione contro il 30% della Publikompass.

Era il 1983.

Per chi fosse interessato consiglio caldamente di leggere la fonte da cui ho tratto le notizie:


https://www.facebook.com/pages/Scelta-T ... =1&theater

:wink:
Fra X
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Re: Italia 1 da Rusconi a Berlusconi(1983)

Messaggio da Fra X »

Grazie mille per queste info! Non si finisce mai d' imparare. Purtroppo l' articolo di "Scelta TV" almeno a me non si vede.
mazingerobot ha scritto:scusate se forse sono out topic, ho letto in giro che Berlusconi accumulò una serie di debiti enormi per la gestione delle sue tre televisioni, cosa per la quale dovette decidere di quotare in borsa la sua azienda....ciò corrisponde a realtà o è una bufala?
Pare sia vero. Se non ricordo male in una puntata di "Report" ho sentito invece che nel 99 non solo Rete 4, ma anche Canale 5 ed Italia 1 non avrebbero dovuto partecipare alle gare per la concessioni TV perché Mediaset aveva superato il numero di pubblicità consentito, ma pare che le autorità competenti se ne siano accorte dopo! :shock: :? Sic!
SempreAle ha scritto:Poi nel 1984 Berlusconi acquistò Rete 4 con conseguente ingresso in Mondadori del cavaliere.
Già! Ecco com' è nata la storiaccia che deve avere ancora la parola "fine"! :roll:
manuele
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Re: Italia 1 da Rusconi a Berlusconi(1983)

Messaggio da manuele »

Rispolvero il 3d per segnalare che, stando a quanto riportato sul sito "Sintonia Manuale", dopo il passaggio di Italia 1 a Berlusconi, il secondo network venne ufficiosamente ribattezzato "Rete 10".

Tutto torna visto che, come ho scritto precedentemente, fu la società "Rete 10" ad acquistare Italia 1.

Riporto a tal proposito un contributo fotografico:

Immagine
manuele
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Re: Italia 1 da Rusconi a Berlusconi(1983)

Messaggio da manuele »

Dopo aver consultato un articolo storico del "Radiocorriere Tv", datato luglio 1985, apprendo che all'epoca venne scritto, dal giornalista Pino Farinotti, un libro intitolato "I maghi del canale".

All'interno del libro, viene riportata un'ipotetica telefonata che Rusconi fece a Berlusconi in una notte dell'agosto 1982.

Riporto di seguito la vicenda:

E' notte fonda: Rusconi fa il numero privatissimo(di Berlusconi) che gli è stato dato:

- Pronto?Sono Rusconi

- Mi fa molto piacere

- Dunque ritireresti tutto,emittenti, magazzino....

- Certo

- E la gente che ci lavora?

- Manterrò tutti i contratti

- Allora dimmi qual'è la tua offerta

- Trentadue

- Va bene, sei proprietario di due televisioni


Nel numero 29 del "Radiocorriere Tv", dal quale ho estrapolato l'ipotetica conversazione tra i due imprenditori, viene riportata anche la smentita di Berlusconi in quanto, l'acquisto, non avvenne in un modo così "semplicistico" ma a seguito di una "corte" faticosa, da parte di Berlusconi, atta a convincere Rusconi a vendere il suo network.


:wink:
manuele
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Re: Italia 1 da Rusconi a Berlusconi(1983)

Messaggio da manuele »

Tratto dal mitico forum di "Scelta Tv", riporto il seguente articolo dell'epoca risalente a pochi mesi dal passaggio di gestione:

L'ascolto ha tenuto. I primi quattro mesi della nuova gestione di Italia Uno sono stati all'insegna del « ricominciamo da capo ». In comune con la gestione Rusconi è rimasto solo il marchio e quel «target famiglia» che era stato l'obiettivo primario degli uomini Rusconi. Tutto il resto va lentamente cambiando: sta mutando l'immagine, confezionata dallo squee-zoom di Valerio Lazarov a colpi di stacchi elettronici e di sigle mirabolanti; sta mutando la struttura dei palinsesto, con un rafforzamento delle fasce del mattino e del primo pomeriggio e una migliore organizzazione del palinsesto serale in cui il film delle 20,30 rimane sempre il punto di maggiore richiamo. E si va assestando la struttura interna: per Italia Uno lavorano attualmente 71 persone, dirigenti compresi. 50 alla produzione, 6 alla programmazione, 4 all'ufficio relazioni esterne e 11 alla gestione. Il settore programmazione e acquisto è diretto da Sebastiano Romeo che già ricopriva incarichi analoghi nella gestione Rusconi; il settore produzione è affidato a Daniele Sangiorgio, proveniente da Videotìme; le relazioni esterne sono coordinate da Claudio Rossetti, ex-Rizzoli.

In termini di ascolto e di immagine il circuito sembra aver retto bene la prima fase di passaggio delle consegne dalla vecchia alla nuova società di gestione. I rilevamenti Istel e Nielsen concordano nel riconoscere a Italia Uno una quota d'ascolto vicina e in qualche caso superiore a Retequattro. Per la fine dell'anno i responsabili del circuito contano di raggiungere la quota di 2 milioni e mezzo di telespettatori in peak-iime.

Il punto debole della rete è però sempre quello: i programmi. La perdita del catalogo Publikompass è stata dura da assorbire e, per ora, Italia Uno vive essenzialmente di film e telefilm provenienti da Reteitalia, la società di acquisto e distribuzione programmi di Canale 5. «Programmi che abbiamo regolarmente pagato» puntualizza Giuseppe Mastropasqua. Per l'immediato futuro è prevista una massiccia campagna di acquisti che dovrebbe comportare spese attorno al 50% del gettito pubblicitario, cioè tra i 60 e i 70 miliardi di lire, anche se tra i dirigenti della rete c'è la consapevolezza che si tratta di un mercato estremamente difficile in cui i soldi non bastano mai.

Punto debolissimo di Italia Uno è invece la produzione propria, settore in cui l'anno di gestione Rusconi non ha lasciato alcun segno visibile sul video. Per ora Italia Uno utilizza gli studi milanesi di « Antenna nord » e in parte gli studi di Canale 5 a Segrate, ma sono in via di allestimento sia gli studi del telegiornale, che saranno collocati al pianterreno delta redazione del « Giornale nuovo » sia altri studi di produzione che verranno attrezzati in una nuova sede milanese in viale Fulvio Testi dove verranno anche centralizzati tutti gli uffici del circuito.



:wink:
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