Allora, che la TV sia nata prima del '54, mi pare piuttosto palese e la cosa non va nemmeno discussa, si sfonda semplicemente una porta aperta. Da RicordeRAI e dall'enciclopedia di Grasso ho potuto trarre un articolo che ho formulato come segue:
La televisione inizialmente viene battezzata radiodiffusione, in quanto considerata una costola della radio e niente più (ovviamente, come nel cinema degli esordi, non era ancora stato individuato lo "specifico" televisivo). Tutto nasce tra il 1894 ed il 1901, gli anni in cui Guglielmo Marconi mette a punto la sua invenzione, la radio appunto. Nel 1909 a Roma, grazie all'ingegner Luigi Ranieri, nasce l'Araldo Telefonico, diffuso su una linea di 300 km. e che sostanzialmente trasmette notizie via radio. Nel 1914 gli abbonati alla radio sono 500 (pagano £. 5 al trimestre) e debutta ai microfoni Maria Luisa Boncompagni, che nel 1924 sarà la voce ufficiale dell'URI assieme a Ines Viviani Donarelli. Sin dagli inizi dell'avventura radio-televisiva si produce lo scontro tra pubblico e privato, difatti a Milano e Bologna nascono due iniziative radiofoniche, Fonogiornale e Radioaraldo, che per regio decreto del 1923 dovranno cedere il passo obbligatoriamente allo Stato. Durante gli anni ovviamente aumenteranno i trasmettitori, le città da cui si trasmette il segnale, gli studi di posa, il numero degli abbonati e il costo dell'abbonamento, anche se il successo della nostra radio non sarà paragonabile con quello della radio inglese. Il 27 Agosto del 1924 a Roma nasce l'URI, Unione Radiofonica Italiana, che un mesetto dopo trasmetterà ufficialmente, dal 6 Ottobre, un'oretta e mezza di programmi radio. Il 15 Gennaio 1925 nasce il Radio Orario, poi Radiorario e, dal 1930, Radiocorriere, la rivista che riporta giorno per giorno i programmi trasmessi dalla radio e in seguito dalla TV. Nel 1926 nasce la Sipra, Società Italiana Pubblicità Radiofonica Anonima. Il 15 Gennaio del 1928 nasce l'EIAR, Ente Italiano Audizioni Radiofoniche, che prestissimo soppianterà l'URI. Dopo le primissime sperimentazioni nel 1928, il 28 Febbraio del 1929, negli studi URI, Alessandro Banfi e Sergio Bertolotti trasmettono la prima rudimentale immagine televisiva, ovvero una bambola di panno. Nel 1932 i risultati migliorano grazie a nuove apparecchiature tedesche, cosicchè l'8 Ottobre del 1933, alla V Mostra Nazionale della Radio di Milano, vengono presentati i primi esperimenti di radiodiffusione ovvero TV ante litteram. Già dall'inizio degli anni '30 la pubblicità diventa il carburante delle trasmissioni radiofoniche, con i Baci Perugina tra i primi sponsor: già in quegli anni nascono le polemiche sull'invadenza della pubblicità, tanto che nel 1932 l'EIAR dovrà difendere con veemenza questa pratica commerciale. Nel 1936 l'EIAR ormai può contare su due canali radio, ciascuno copre due vaste zone geografiche, una settentrionale ed una centromeridionale, nel 1937 si aggiunge infine un terzo canale che rappresenterà solo un modesto esperimento. Il 28 Marzo del 1937 la situazione degli abbonati alla radio è mutata, nel tempo, in un fenomeno di massa, pari a 700.000 unità. Nel 1939 l'EIAR installa a Milano due nuovi trasmettitori, al punto che alla XI Mostra Nazionale della Radio di Milano si tiene il programma inaugurale della televisione, ora chiamata radiovisione, con il re del varietà Odoardo Spadaro. Il 10 Maggio del 1939 è la data della prima presentazione ufficiale in pubblico, a Milano, dei primi risultati della sperimentazione televisiva: da questo momento partirà un ciclo regolare di trasmissioni televisive (dalle 20.15 alle 21.30 di sera), destinato a pochissimi privilegiati, ovvero Mussolini, il Quirinale e l'entourage politico. Va ricordato che nel '39 in America ed Inghilterra la TV è già una realtà, l'Italia quindi stenta ad affermarsi nel nuovo mezzo. Dal 1940 e per tutta la durata della guerra, il monopolio fascista dell'EIAR non riesce a sconfiggere il fenomeno dell'ascolto delle radio clandestine come Radio Londra nè l'ascolto, proibito dal regime, di emittenti straniere, abitudine in voga già da diversi anni. Nel 1942 la censura di regime colpisce anche il Papa, Pio XII: L'EIAR ormai è una delle radio più potenti e meglio attrezzate al mondo, ma alla fine della guerra tutto questo splendore sarà vanificato. Il 26 Ottobre del 1944, in seguito alla caduta del regime, l'EIAR viene ribattezzata RAI, Radio Audizioni Italia. Nel 1945 si tiene il primo consiglio d'amministrazione della RAI e si cerca di ricostruire gli impianti distrutti (i problemi tecnici causati dalle distruzioni della guerra dureranno fino al 1951) e anche il Radiocorriere torna nelle edicole dopo un momento di stop. Con la fine della guerra, le trasmissioni radio sono nel caos e non si capisce più nulla, finchè, il 3 novembre del 1946, le varie radio locali RAI non vengono unificate in Rete Rossa e Rete Azzurra. Il 10 Aprile del 1947 alla Conferenza Mondiale delle Radiocomunicazioni di Atlantic City, 60 paesi decidono il nome Televisione e la sigla TV per la trasmissione a distanza delle immagini in movimento. Nel 1950 nasce il Terzo Programma della radio, sull'esempio della BBC inglese (nessun legame col terzo canale degli anni '30). Il 30 Dicembre del 1951 i nomi dei tre programmi radio della RAI diventano definitivi, ovvero Nazionale, Secondo e Terzo. Sempre verso la fine del 1951 una solida ed importante azienda privata cerca di varare una propria emittente TV senza canone di abbonamento e finanziata solo dalla pubblicità, ma ogni tentativo viene annullato dal monopolio RAI, che non a caso viene sancito il 26 Gennaio del 1952 tramite una concessione di 20 anni, che durerà fino al 1972. Il 12 Aprile 1952 si trasmette l'apertura della Fiera Campionaria dai nuovi studi televisivi di Corso Sempione a Milano. Il 10 Settembre 1952 il pilota automobilistico Alberto Ascari vince il Gran Premio d'Italia: questo è il più antico reperto televisivo conservato nelle Teche RAI. L'anno 1952 non a caso è quello che sancisce lo sviluppo della TV da una fase sperimentale ad una programmazione più evoluta. Nel 1953 già aspre sono le polemiche riguardanti il cattivo gusto, la trascuratezza e la povertà delle trasmissioni della TV sperimentale. Domenica 3 Gennaio 1954 partono infine le trasmissioni regolari della TV italiana, il Programma Nazionale. La radio è arrivata a 5 milioni di abbonati, mentre la TV incomincia ad arrivare a stento nelle campagne...
Allora, da tutto questo si evincono un paio di cose che mi trovano in disaccordo con Eurogol:
1) Dal 1939 certamente inizia la trasmissione della TV EIAR, ma non la posso considerare una televisione vera e propria, se la può guardare solo Mussolini... era una televisione sperimentale, ovvero si trasmetteva per impratichirsi piano piano del mestiere, ma niente più. Non penso che sia esistito un solo italiano fuori dal giro del Quirinale dell'epoca che possa aver guardato un solo programma di quella TV. Oltretutto è molto diverso ciò che veniva trasmesso e dove si trasmetteva nel '40, per esempio, da ciò che si trasmetteva e dove veniva trasmesso nel '51... la data del 1954, oltre che essere una data ufficiale, è anche una data che implica da quel momento in poi un servizio costante ed in crescente evoluzione. La guerra aveva un po' bloccato tutto, per cui direi che in fondo questa data del gennaio '54 non è così odiosa. Certamente la TV in Italia non è nata il 3 Gennaio 1954, ma la TV ufficiale sì.
2) Se il termine "televisione" e la sigla "TV" sono state coniate nel '47, non puoi sminuire il termine radiovisione, all'epoca la TV si chiamava così, punto.
3) Che uno preferisca datare l'inizio dell TV ufficiale a settembre del '53 o gennaio del '54, poco importa, sono solo pochi mesi di differenza. Ma far risalire al '39 l'inizio delle trasmissioni TV ufficiali mi sembra esagerato. C'era una TV sperimentale di cui certamente il Radiocorriere dava ampie informazioni, ma era una TV non vista, non diffusa, non ufficiale.